Uno dei casi più famosi di caduta in disgrazia nel rugby è sicuramente quello di Aaron Smith, il talentuoso mediano di mischia neozelandese. Tutto è iniziato nel 2016, quando è stato sorpreso in un aeroporto in compagnia di una donna che non era la sua fidanzata. Questo fatto ha scatenato un vero e proprio scandalo mediatico, tanto che Smith è stato sospeso dalla squadra per un breve periodo.
Nonostante il suo ritorno in campo, la sua immagine è rimasta fortemente compromessa, e non tutti i tifosi gli hanno perdonato il suo comportamento. Inoltre, la sua carriera internazionale ha subito un rallentamento, anche se recentemente sembra essere tornato in forma. Ciò dimostra come un'azione sbagliata possa avere conseguenze negative non solo a livello personale, ma anche professionale.
Un altro esempio di caduta in disgrazia nel rugby è quella di Danny Cipriani, il talentuoso apertura inglese. La sua carriera è stata segnata da numerosi alti e bassi, sia dentro che fuori dal campo. Nel 2018, Cipriani è stato arrestato per aver aggredito un poliziotto in un nightclub a Jersey, durante una serata con i suoi compagni di squadra.
Questo episodio ha portato a una squalifica di due settimane e a una multa da parte della sua squadra, i Gloucester Rugby. Inoltre, la sua immagine pubblica è stata fortemente danneggiata, mettendo in discussione la sua presenza nella nazionale inglese. Nonostante le sue indubbie qualità tecniche, Cipriani ha spesso fatto parlare di sé per i suoi problemi disciplinari e per la sua vita privata burrascosa, limitando il suo impatto nel rugby internazionale.
Uno dei casi più eclatanti di caduta in disgrazia nel rugby è quello di Israel Folau, l'ex stella della nazionale australiana e dei Waratahs. Nel 2019, Folau è stato licenziato dalla Rugby Australia a causa di una serie di post controversi sui social media, in cui esprimeva le sue convinzioni religiose riguardo all'omosessualità e all'inferno.
La vicenda ha suscitato un enorme dibattito, dividendo l'opinione pubblica tra chi sosteneva il diritto di Folau a esprimere le sue idee e chi riteneva che le sue dichiarazioni fossero offensive e inappropriate. Da allora, la carriera di Folau è stata in stand-by, con poche squadre disposte a ingaggiarlo per via delle polemiche suscitate. Questo caso dimostra quanto sia importante per un atleta professionista prestare attenzione al proprio comportamento fuori dal campo, poiché può avere ripercussioni sulla propria carriera e sulla propria immagine pubblica.
Un altro caso emblematico di caduta in disgrazia nel rugby è quello di James O'Connor, il talentuoso estremo australiano. Nel 2013, O'Connor è stato sospeso dalla nazionale australiana a causa di una serie di problemi disciplinari, tra cui l'essere stato trovato ubriaco in un aeroporto e l'aver mancato a diversi allenamenti.
Questa sospensione ha segnato l'inizio di un lungo calvario per O'Connor, che ha dovuto lasciare l'Australia per cercare fortuna in Europa. Dopo anni di alti e bassi, O'Connor è riuscito a riconquistare il suo posto nella nazionale australiana nel 2019, dimostrando di aver imparato dai suoi errori passati. Tuttavia, la sua carriera è stata sicuramente influenzata dai suoi problemi fuori dal campo, che hanno limitato il suo impatto nel rugby internazionale.
Infine, non possiamo non menzionare il caso di Gavin Henson, l'ex centro gallese che un tempo era considerato una delle promesse del rugby internazionale. La carriera di Henson è stata segnata da numerosi problemi fuori dal campo, tra cui problemi con l'alcol, liti con i compagni di squadra e incidenti in pubblico.
Questi problemi hanno portato a diverse sospensioni e a un progressivo declino della sua carriera, che lo ha visto passare da squadra in squadra senza mai riuscire a trovare la stabilità e il successo sperato. Oggi, Henson è ricordato più per le sue vicende personali che per le sue prestazioni sul campo, e rappresenta un esempio di come il talento da solo non sia sufficiente per avere una carriera di successo nel rugby.