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Curiosità arbitrali... 

In inghilterra sono stampati dei libretti (The bluffer’s guide”) che trattano vari argomenti. Dal jazz allo champagne, dalla fotografia alla finanza, dall’opera al sesso.

Tutto in maniera molto ironica. In una di queste guide “Bluff your way in Rugby”, gli arbitri sono definiti come segue.

L’ arbitro di rugby non è il tipo mansueto e inoffensivo che trovi nel cricket o nel tennis.

L’ arbitro di rugby è spesso di cattivo umore, è permaloso, tanto che ti assegnerà un calcio di punizione contro per il fatto che porti i capelli dalla parte sbagliata (Regola 2763 paragrafo 3°, “Nessun giocatore può partecipare ad una maul con i capelli pettinati in modo diverso da quello che l’arbitro preferisce”).
Non ci sono margini di discussione con l’arbitro. Il solo momento in cui un arbitro può cambiare la sua decisione è per passare da un calcio di punizione datoti contro, alla tua espulsione.
Mezza parola di dissenso può significare un calcio di punizione, un’altra mezza il suo spostamento in avanti di 10 metri.

In alcune gare un po’ calde, pare ci siano state squadre che sono arretrate di 300 metri.
Viste le circostanze non potrai mai sfidare un arbitro. Devi limitarti a dire “Sono questi i 10 metri Signore?”, in un tono che fa però trasparire ciò che pensi “Credo che tua madre sia una babbiona”.

La regola che indispettisce maggiormente l’arbitro è la protesta. Dettagli come “assalto con arma mortale” e “sequestro del mediano avversario” sono spesso tralasciate.

Naturalmente la realtà è diversa, avremo tempo per conoscerci meglio su questo sito.